Nelle righe seguenti tratteremo quanto può essere utile la pratica del podismo per mantenere in salute l'apparato cardiocircolatorio.
La
pratica della corsa prolungata, come quella di tutti gli altri sport di
resistenza, fa diventare il cuore più grosso: le sue cavità divengono più
ampie, le sue pareti muscolari più spesse.
Questa
modificazione delle strutture del cuore porta ad un aumento della gittata
sistolica, per cui ad ogni battito aumenta la quantità di sangue in circolo
nell'organismo.
Alcuni
scienziati hanno dimostrato che con l'esercizio fisico si riduce enormemente il
rischio di essere colpiti da arteriosclerosi cioè da quei restringimenti e
perdite di elasticità delle arterie con conseguente difficoltà nella
circolazione del sangue.
Una
regolare attività fisica inoltre fa sì che al muscolo cardiaco arrivi più
nutrimento e quindi sia migliore la qualità della contrazione.
La
corsa favorendo in generale un miglioramento della circolazione sanguigna,
impedisce il formarsi di ispessimenti a carico dei vasi sanguigni, per cui non
è necessaria una maggior pressione per spingere il sangue in circolo: si
previene così l'ipertensione.
A
questo riguardo è da citare il risultato di un'indagine svolta presso il Centro
regionale di medicina dello sport su un cospicuo gruppo di soggetti praticanti
podismo e ciclismo, controllati per cinque anni e messi a confronto con
soggetti che non praticavano alcuna attività fisica. Ebbene, in nessuno dei
soggetti attivi sono state riscontrate alterazioni dell'elettrocardiogramma,
mentre la frequenza con la quale si è sviluppata l'ipertensione arteriosa, è
stata quattro volte maggiore nei soggetti che non facevano alcuno sport.
La pressione arteriosa poi tende ad
aumentare con l'età. Ulteriori indagini infatti hanno dimostrato che, nei
soggetti attivi,presi
in
esame, la pressione arteriosa è diminuita rispetto ai valori di partenza,
mentre è aumentata nei non-attivi.
Cerchiamo
ora di spiegare quei termini usati comunemente nel nostro mondo a proposito
dell'apparato cardio-circolatorio, come la frequenza cardiaca, la pressione
sanguigna o la gittata sistolica. La frequenza cardiaca rappresenta il numero delle
pulsazioni al minuto, intendendo per "pulsazioni" l'atto con il quale
i ventricoli mandano il sangue nella grande e piccola circolazione (contrazione
ventricolare). La frequenza cardiaca non è costante o uguale per tutti, ma può
variare a seconda dell'età (più è avanzata, meno frequenti sono le pulsazioni),
del sesso (le donne hanno la frequenza più elevata rispetto agli uomini),
dell'allenamento (un soggetto allenato ha il cuore che batte più lentamente di
un sedentario e certi atleti possono avere anche meno di quaranta battiti al
minuto), dell'esercizio fisico (che di qualsiasi natura sia, porta ad un
aumento dei battiti del cuore), della temperatura corporea (la frequenza
cardiaca aumenta di dieci battiti al minuto due centigradi di aumento della temperatura),
ed infine dello stato emotivo (tensione pre - gara, paure, e tutte le tensioni
nervose aumentano il ritmo cardiaco). Per pressione massima o sistolica si
intende la pressione esercitata dalla muscolatura ventricolare per spingere il
sangue nelle arterie. La pressione minima è invece quella necessaria al
mantenimento della circolazione, ovvero la pressione alla quale il sangue
circola. Dopo che il muscolo cardiaco ha spinto il sangue in circolo con la
massima pressione, le arterie si richiudono per impedire il reflusso. Il sangue
a sua volta segue il corso con una certa pressione che è appunto quella minima.
La gittata sistolica è la quantità di sangue che entra in circolo ad ogni
sistole. Nell'individuo normale in genere varia tra i 50/70 centimetri cubici,
mentre in chi pratica dello sport, può arrivare fino a 170/220 centimetri
cubici.
La zona
d'impegno fisico che determina l'utilizzo degli acidi grassi a scopo
energetico, è quella compresa tra il 70 e 75% della frequenza cardiaca massima.
Non è possibile dare un valore di pulsazioni ben definito e specifico poiché la
frequenza
cardiaca
varia (anche considerevolmente) da soggetto a soggetto. Se per alcuni podisti
l'utilizzo degli acidi grassi può avvenire per esempio a 140 pulsazioni, lo stesso
non si può dire per un podista aerobicamente meno efficiente, che potrebbe
metabolizzare gli acidi grassi correndo ad un impegno cardiaco di 160 battiti
al minuto. A riguardo del tempo di allenamento, quanto più a lungo si corre
all'intensità corrispondente al 70-75% della frequenza cardiaca massima, tanti
più acidi grassi vengono "bruciati". Ma per enfatizzare al massimo il
consumo di acidi grassi, l'intensità ottimale è quella corrispondente al 80-85%
della frequenza cardiaca massima; a questa intensità di lavoro fisico i muscoli
utilizzano un'elevata quantità di grassi nell'unità di tempo, definita come
"potenza lipidica". L'utilizzo degli acidi grassi, a scopo
energetico, non avviene in maniera uniforme per tutti i podisti: se per quei corridori
aerobicamente molto efficienti la metabolizzazione degli acidi grassi avviene
sin dai primi minuti di corsa (5-10 minuti), per quelli meno allenati
l'utilizzo dei grassi avviene invece a tempi proporzionalmente più lunghi, in
base al livello di allenamento. I principianti (che non sono molto efficienti
da un punto di vista metabolico) per esempio possono anche non utilizzare mai
gli acidi grassi nel corso di una seduta di 30-40 minuti proprio perché
l'organismo non è ancora addestrato a disciplinare le riserve energetiche che
ha a disposizione. L'organismo di preferenza utilizza i carboidrati anche
quando si corre a ritmo lento perché essi richiedono una quantità inferiore di
ossigeno rispetto agli acidi grassi. Negli atleti allenati invece si passa
dall'utilizzo dei carboidrati (ad inizio seduta) a quello dei grassi dopo pochi
minuti. Se per bruciare i grassi sono utili le sedute di corsa lenta (meglio se
lunga) svolte al 70-75% della frequenza cardiaca massima, per bruciarne tanti
nell'unità di tempo, le sedute migliori sono quelle corrispondenti al ritmo
della soglia aerobica, e quindi gli allenamenti corsi al ritmo che si tiene in
maratona e quelli di corsa media, sono i più indicati. Queste sedute sono
ottimali per allenare la "potenza lipidica" (consumo di acidi grassi
nell'unità di tempo).
Nel
settore anteriore della cavità mediastinica è contenuto il cuore ed i grossi
vasi che da esso partono o vi arrivano.
Infatti, subito al disotto della piastra sternale, si osserva un'area inferiore che contiene il cuore col suo pericardio e, superiormente, i grandi vasi.
Infatti, subito al disotto della piastra sternale, si osserva un'area inferiore che contiene il cuore col suo pericardio e, superiormente, i grandi vasi.
Il
cuore, organo centrale dell'apparato circolatorio, è un muscolo cavo con
l'ufficio e le caratteristiche di una pompa aspirante e premente.
Esso
presenta una la forma a cono leggermente appiattito in senso antero posteriore,
appoggiato sulla convessità del diaframma mentre la
sua
base è rivolta verso l'alto, il suo apice o punta è rivolta in basso, a
sinistra ed in avanti. Il suo asse è inclinato dall'alto in basso, da destra
verso sinistra e da dietro in avanti in maniera da essere più vicino al piano
orizzontale che a quello verticale.
Il cuore è mantenuto nella sua posizione dalla sua continuità con i grossi vasi, dal pericardio che lo avviluppa e contrae aderenze col diaframma, con la pleura, con la colonna vertebrale, con lo sterno e con le fasce del collo.
Tuttavia non gli manca una certa mobilità nei movimenti del respiro durante i quali:
- a busto eretto, si innalza o si abbassa,
Il cuore è mantenuto nella sua posizione dalla sua continuità con i grossi vasi, dal pericardio che lo avviluppa e contrae aderenze col diaframma, con la pleura, con la colonna vertebrale, con lo sterno e con le fasce del collo.
Tuttavia non gli manca una certa mobilità nei movimenti del respiro durante i quali:
- a busto eretto, si innalza o si abbassa,
- nei
decubiti laterali, si sposta a destra o a sinistra,
- nel
decubito dorsale si porta in addietro specie se il soggetto è sdraiato su un
piano rigido.
E’ proprio
in questa ultima posizione, infatti, che si deve porre il soggetto per la
pratica del massaggio cardiaco esterno.
Si ottiene così che la faccia posteriore del cuore
venga direttamente a contatto con la faccia anteriore della colonna vertebrale
toracica dal punto medio della quarta vertebra fino alla parte superiore della
decima (vertebre cardiache).
La base del cuore è formata dalla faccia superiore,
convessa, dei due atri. Essa ci presenta successivamente procedendo da destra
verso sinistra:
- lo sbocco della vena cava superiore ed
inferiore che finiscono nell’atrio destro,
- lo sbocco delle due vene polmonari destre
che finiscono nell’atrio sinistro,
- lo sbocco delle due vene polmonari sinistre
che si aprono nell’atrio sinistro.
L’apice
del cuore appartiene in gran parte al ventricolo sinistro che si vede e si
sente battere col suo itto nel quarto e nel quinto spazio sinistro.
Tutto
il sistema vascolare arterioso periferico risente dell’impulso ritmico della
pompa cardiaca.
Il
cuore è diviso in quattro cavità: due atri e due ventricoli.
Gli
atri sono disposti sopra i rispettivi ventricoli.
Nell’atrio
destro si aprono:
- sulla parete superiore la vena cava
superiore,
- sulla parete posteriore la vena cava
inferiore.
Nell’atrio
sinistro si aprono sulla parete superiore le quattro vene polmonari.
L’atrio
destro comunica col ventricolo destro per un’apertura circolare fornita di un
apparato valvolare (tricuspide).
L’atrio
sinistro comunica col ventricolo sinistro per un’analoga apertura (bicuspide o
mitrale).
Il
ventricolo sinistro ha forma di cono con la base rivolta verso l’alto.
La
base presenta due orifizi:
- l’orifizio atrio-ventricolare per la valvola
mitralica che con la sua doppia membrana fornita d’inserzioni tendinee per i
muscoli papillari, assicura che la direzione del sangue vada nel senso
atrio-ventricolare previsto dalla sua funzione,
- l’orifizio arterioso
(aortico), fornito di valvole a nido di rondine (semilunari) che assicurano la
progressione del sangue verso il grande circolo.
Il ventricolo destro ha forma di
piramide con la base rivolta verso l’alto.
In maniera analoga a quello di
sinistra presenta:
- l’orifizio atrio-ventricolare destro per la
valvola tricuspide che, fornita di tripla membrana assicura analoga direzione
al passaggio del sangue dall’atrio al ventricolo,
- l’orifizio dell’arteria polmonare che porta
sangue venoso, è anche esso fornito di valvole semilunari per l’avvio del
sangue verso i polmoni.
Tra i due ventricoli, un setto interventricolare
forma nello stesso tempo la parete mediale del ventricolo sinistro e la parete
mediale del ventricolo destro.
Se
il cuore si trova in fase diastolica, una pressione energica esercitata sulla
sua superficie anteriore all’altezza dei ventricoli, spinge il sangue
nell’unica direzione che gli è consentita per la disposizione anatomica delle
sue valvole atrio ventricolari:
- dal ventricolo sinistro sangue arterioso
verso il grande
circolo,
- dal ventricolo destro sangue venoso verso il
piccolo circolo.
Nasce
di qui la pratica di alternare il massaggio cardiaco con la respirazione
artificiale.
Anche
la scelta del punto preciso su cui esercitare la pressione esterna è fatta
sulla base dei rapporti degli orifizi del cuore con la lamina sternale.
Immediatamente
al di sopra del cuore, nel mediastino anteriore, sono contenuti i grandi vasi:
l’aorta
da cui originano tutte le arterie del corpo e che si usa dividere in:
- tronco che, originata dal ventricolo
sinistro, si porta in alto, in avanti ed a sinistra per piegarsi poi a formare un
arco che prende rapporto in avanti con lo sterno ed indietro con l'atrio destro
e con la vena cava, a sinistra con il tronco dell'arteria polmonare
- una posizione toracica che attraversa il
torace fino all'uscita dal diaframma emettendo numerosi rami parietali e
viscerali
- una porzione addominale che percorrere il
tratto addominale fino alla sua biforcazione terminale nelle due arterie
iliache comuni a livello della quarta vertebra lombare
- l’arteria polmonare originata dal ventricolo
destro si porta obliquamente in alto e verso destra dividendosi dopo breve
percorso in due rami, ciascuno per il polmone corrispondente;
- la cava superiore che, formatasi in alto
dalla congiunzione delle due vene anonime di destra e di sinistra, giunta
all’altezza della prima articolazione condro-sternale di destra, si porta
verticalmente in basso per sfociare nell’atrio destro;
- i due tronchi venosi anonimi, destro e
sinistro, che, originano entrambi, ciascuno dal suo lato, dalla rispettiva
confluenza della vena succlavia
con la vena
giugula
all’altezza dell’articolazione
sterno - clavicolare;
- il tronco arterioso anonimo che nasce
dall’aorta presso a poco nel punto in cui la parte ascendente di questa si
piega formare l’arco e, prolungandosi in
alto obliquamente verso destra, giunta all’altezza dell’articolazione
sterno-clavicolare dello stesso lato si biforca nei suoi due rami, arteria
carotide comune di destra ed arteria succlavia dello stesso lato,
- carotide comune di sinistra che
nasce direttamente dall’arco aortico tra
l’arteria anonima e la succlavia di sinistra.
La
succlavia di sinistra che ha la stessa origine della precedente ed è destinata
all’arto superiore sinistra; la cava ascendente che, dopo aver raccolto tutto
il sangue venoso proveniente dagli organi sottodiaframmatici e dagli arti
inferiori si immette nell’atrio destro circa all’altezza della nona vertebra
toracica.
IL SANGUE
Dopo
aver visto il cuore e la circolazione, cerchiamo ora di dare qualche idea sulla
natura del sangue. Questo liquido rappresenta il 7% del peso corporeo (cinque
litri circa in un uomo di settanta chili) e scorre costantemente attraverso i
vasi sanguigni, spinto dal cuore. E' costituito per il 50% da una parte liquida
detta plasma e per il 44% di componenti solidi.
Il plasma
sanguigno e' un liquido giallastro composto per il 91% da acqua e per il
rimanente 8-9% da sostanze organiche ed inorganiche. Fra le sostanze organiche
abbiamo le proteine, i grassi, gli zuccheri e gli ormoni, mentre fra quelle
inorganiche si hanno i cloruri e fosfati di sodio, calcio, magnesio e potassio
(sali minerali). I componenti solidi del sangue sono invece i globuli
rossi, quelli bianchi e le piastrine. I globuli rossi variano da quattro
milioni e mezzo a sei milioni per millimetro cubo. Sono a forma di disco
concavo da entrambe le parti ed hanno un diametro medio di sette
millesimi di millimetro. Contengono l'emoglobina, sostanza questa che
oltre a dare il colore rosso al sangue, svolge l'importantissimo compito di trasportare l'ossigeno dai
polmoni ai vari organi ed agli apparati. I globuli bianchi variano dai
seimila agli ottomila per millimetro cubo e sono divisi a seconda della loro
forma e della loro funzione (glanulociti neutrofili, glanulociti
eusinofili, granulociti basofili, linfociti, monociti). La loro funzione
principale e' quella di difendere l'organismo dall'attacco dei batteri.
Le
piastrine sono elementi fondamentali per la coagulazione del sangue: quando ci
feriamo, esce il sangue ma dopo un po' il flusso cessa grazie
all'intervento delle piastrine. Ne troviamo dalle 200.000 alle 400.000 per
millimetro cubo.
Le
principali funzioni del sangue sono la funzione respiratoria (il
trasporto di ossigeno dai polmoni ai vari organi ed agli apparati e di anidride
carbonica dagli organi e dagli apparati ai polmoni), la funzione nutritiva
(trasporto delle sostanze nutritive dal tubo digerente al fegato e da qui a
tutte le altre cellule del corpo), la funzione escretoria (il sangue porta la
maggior parte di prodotti di rifiuto verso i reni, da dove vengono poi
espulsi), la regolazione della temperatura corporea (il calore prodotto dai
vari organi e dagli apparati viene portato dal sangue a livello della pelle da
dove viene eliminato). Lo svolgere un'attività fisica come il podismo
porta un aumento della quantità di sangue in circolazione (fino ad otto litri)
ed inoltre si ha un aumento del numero dei globuli rossi e di conseguenza un
maggior apporto di ossigeno ai muscoli ed una più facile espulsione
dell'anidride carbonica. Con l'attività fisica si ha anche un aumento dei
globuli bianchi per cui aumentano le capacità difensive ed e' più difficile
ammalarsi.
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